PIANO VETRALE

Piano (lo Chiano, forrna dialettale), da planus. Università autonoma fino alla sua aggregazione a Orria (3 km). A poche centinaia di metri da Vetrale al quale è unito. Veterale, (lo Vetrale, forma dialettale), Vetrale, da veteralis, sodagria. Università autonoma fino alla sua aggregazione a Orria. Da Salerno 85 km.

Frazione di Orria, è un tipico borgo dell’entroterra cilentano caratterizzato da vicoli connessi tra loro da lunghi archi.
Alcune delle bellezze che si possono ammirare giungendo in questo piccolo borgo, sono le stradine strette pavimentate da selci, le cui pietre levigate dal tempo non ingannano le antiche origini, una vecchia fontana del 1760, nonché la Chiesa di S. Elia Profeta, patrono del fuoco, della pioggia e della siccità.
Molti anni fa il paese è diventato noto anche per i colorati e pittoreschi murales che adornano tutte le facciate delle abitazioni private e raffigurano momenti di vita contadina, scene mitologiche  e vere e proprie storie narrate per immagini.
Data la vena artistica che scorre tra le sue vie, ogni luglio si organizza la manifestazione del “Pennello d’Oro”, interessante rassegna d’arte contemporanea.

VEDUTA DEL BORGO

VEDUTA DEL BORGO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

I MURALES

I MURALES

CHIESA DI SANT'ELIA

CHIESA DI SANT'ELIA

CHIESA DI SANTA SOFIA

CHIESA DI SANTA SOFIA

CHIESA DI SANT'ANTONIO


PIANO:
Le notizie dei Notamenti ai Repertori lasciano piuttosto perplessi. Vi è detto che nel '400 Piano sarebbe stato in possesso di Francesco de Riccardis de Ortona al quale re Ferrante l'avrebbe tolto, per la sua ribellione, per poi donarlo nel 1461 «all'Università di Civita di Chieti»; donazione poi revocata dal re «pro suis necessitatibus», e cioè per rivendere «lo castello di Piano» a Giovanni d'Afflitto dei conti di Loreto e di Trivento, non imparentato alla famiglia d’Afflitto che nel '600 era feudataria di Rodio. È da supporre un errore del funzionario che trascrisse alla voce Piano di Principato citeriore l'acquisto fatto dal conte di Trivento di un omonimo casale d'Abruzzo, anche perché il contiguo villaggio di Vetrale  pare che fosse stato acquistato da Giacomo Ros, insieme con Vietri e Vatolla.

Comunque nel 1614 anche Piano venne venduto dai Pignatelli a D. Giacomo Zattara e nel 1648 suor Angela Ferrara cedette al monastero femminile di Gioi la giurisdizione civile di Piano. Dalle Refute risulta che il casale nel 1770 passò da G. Battista Pasca a Nicola de Marco e ciò trova conferma anche nei Cedolari. Successivamente passò alla Regia Curia con «giurisdizione in sospeso» come si rileva anche dal Giustiniani che ne scriveva ai primi dell'800. La stessa fonte rileva le caratteristiche della produzione locale che consisteva prevalentemente in «grano, vino, olio, e sonovi de' castagni, e querce».
Dal budget del 1808 apprendiamo che sindaco del tempo era Felice Gugliucci.

VETRALE:
Le notizie contenute nei Notamenti ai Repertori riguardanti Vetrale sono più attendibili di quelle concernenti Piano. Vetrale, con Vietri e Vatolla sarebbero stati concessi a Giacomo Ros, alla cui morte, per mancanza di eredi, sarebbero poi stati avocati dalla Corona, che nel 1562 li vendette, con la rituale clausola di riscatto, a Elisabetta Pica. Costei, a sua volta, avrebbe ceduto il diritto a Ettore Caracciolo, che entrò in possesso dei casali dopo aver versato l’importo dovuto a F. Porcinario. Ciò è indirettamente confermato dal fatto che re Alfonso d’Aragona nel 1451 concesse il mero e misto imperio nonché la giurisdizione penale di Eredita e Gioi a Massimo Caracciolo, privilegio che secondo le trascrizioni contenute nei Notamenti anzidetti fu conservato dai discendenti. Infatti nel 1729 Luca Caracciolo vendette la giurisdizione di Salella a Stefano Maresca.

In un atto di donazione del 3 luglio 1648 del notaio F. Riccio si ha notizia della cessione da parte dell'erede dei baroni Ferrara al monastero femminile di Gioi della giurisdizione civile di Vetrale.

Nel 1770, come si desume dalle Refute e dai Cedolari, il casale passò da G. Battista Pasca a Nicola de Marco. Il Galanti ci informa che i due casali erano passati alla Regia Curia (in giurisdizione sospesa) e, dall’Alfano e dal Giustiniani, si apprende che non erano stati ancora alienati ai primi dell‘800.
Il Giustiniani descrive il villaggio «edificato in luogo montuoso, ove respirasi buon'aria, e gli abitanti  tutti addetti all'agricoltura, ed alI'ingrasso de' majali» che, del resto, rappresentavano  le prevalenti occupazioni delle popolazioni del Cilento.

Nell'Archivio di Salerno sono i protocolli di un solo notaio del luogo e precisamente di Evangelista de Matteis che vi operò nel decennio 1722-1732. Nel 1808, prima dell'aggregazione del villaggio a Orria, fu sindaco di Vetrale Nicola Sica.

Sant'Antonio

13 giugno

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Santa Sofia

30 settembre

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Sagra de i Cavatielli e la Braciola

Dal 16 al 19 Agosto

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"Il Pennello d'Oro" rassegna d'arte contemporanea

Dal 16 al 19 agosto

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